mercoledì 20 aprile 2011

comunicato stampa

PROGETTO “GRADISCA SOTTERRANEA” - CONTINUA L’ESPLORAZIONE DEI POZZI A GRADISCA D’ISONZO

 

Il ritrovamento di almeno due esemplari di proteo, di cui uno di dimensioni definite “giganti” (oltre 30 cm) è avvenuto lunedì 18 aprile in una cavità artificiale sita nel cuore del centro storico di Gradisca d’Isonzo nel goriziano. Si tratta del cosiddetto Pozzo dei Frari (4911 VG), che si trova in Campiello Emo proprio di fronte al ricreatorio Coassini, e che sino agli anni ’60 costituiva l’acquedotto municipale. La scoperta, avvenuta grazie ad un lavoro di collaborazione tra gli speleo del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” e gli speleosub del Club Alpinistico Triestino, ha una rilevanza notevole sia a fini naturalistici che speleologici. Innanzitutto la presenza degli anfibi conferma una volta di più il notevole potenziale carsico del sottosuolo gradiscano. Secondariamente, il ritrovamento dei protei sta a significare la presenza nel sottosuolo di Gradisca di un’acqua particolarmente pulita. Terzo, dimostra l’esistenza di un fitto reticolo di pozzi – praticamente tutto da scoprire – nel compendio della Fortezza edificata nel 1479. Basti pensare che, nella stessa giornata, per la prima volta nel parco della Rotonda è stato scoperto un nuovo pozzo. Quest’ultimo, per la sua fattura sarebbe sicuramente di origine medioevale. La vicinanza del Pozzo dei Frari con il corso dell’Isonzo non deve trarre in inganno: quella in cui si è immerso lunedì mattina Luciano Russo del CAT, uno degli speleo-sub più quotati d’Italia, è acqua di origine carsica. Limpida. Potabile. Attinta da una falda acquifera carsica. Il ritrovamento del proteo gigante è avvenuto lungo una frattura che dal Pozzo dei Frari potrebbe estendersi in profondità per decine di metri. Incuneandosi addirittura 30 metri sotto il letto del fiume, per ricongiungersi chissà dove al territorio del vicino Carso. Il Pozzo dei Frari dove si è immerso Russo – profondo circa 15 metri, di cui 8 dei quali di quell’acqua che egli definisce “cristallina” – aveva attratto l’attenzione degli speleologi sin dagli anni ’60. E’ il più importante di almeno 9 pozzi che scompaiono nel ventre del sottosuolo gradiscano. Alle esplorazioni di lunedì 18 hanno preso parte con Luciano Russo anche Ernesto Giurgevich del CAT, Gino Marcigaglia, Franco Bressan e Maurizio Tavagnutti, del “Seppenhofer”, che rivolgono un ringraziamento all’amministrazione comunale di Gradisca. Senza dimenticare i dipendenti comunali Paolo Turco e Dante Da Ros, che hanno svelato loro l’esistenza di altri pozzi sinora sconosciuti. Come quelli del parco della Rotonda, uno dei quali di origine medioevale come si può intuire per il suo tipico rivestimento in pietra. Molta soddisfazione è stata espressa da Tavagnutti, presidente del “Seppenhofer”. “Il ritrovamento di questi protei di notevoli dimensioni conferma la nostra teoria – dice -: i pozzi artificiali scavati a Gradisca si intersecano con fenomeni carsici. Secondo quanto riportato dallo speleosub Luciano Russo, che ha effettuato l’immersione, la frattura nella quale sono stati rinvenuti gli anfibi è troppo angusta per proseguire l’esplorazione ma avvalora questa tesi”. Per contro, si è potuto constatare che non esiste la galleria terminale di cui avevano parlato i primi esploratori nel 1976. Le rilevazioni del passato parlavano infatti dell’esistenza di una galleria che partiva dal fondo del pozzo principale che, a causa dell’acqua torbida, non era stata esplorata che per pochi metri. Con la recente esplorazione dunque questa ipotesi pare del tutto smentita. Per contro assume grande rilievo il ritrovamento del pozzo di origine medievale sul quale il “Seppenhofer” in futuro concentrerà i propri studi. La giornata ha visto gli speleologi impegnati anche nell’esplorazione di un terzo pozzo situato sempre nel parco della Rotonda, in corrispondenza del monumento ai donatori di sangue. Anche questo interessato da acqua sul fondo nella quale Russo si è immerso constatando una profondità di 3.7 metri e nessuna prosecuzione sommersa. Tutte queste esplorazioni rientrano in un preciso progetto denominato “Gradisca sotterranea” che il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” sta portando avanti da diversi anni assieme al Gruppo Archeologico Goriziano.  

venerdì 15 aprile 2011

Comunicato stampa

TECNICHE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE PER UNA GESTIONE ECOCOMPATIBILE DEL TERRITORIO

 

Nei lunghi anni della propria attività speleologica, il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” si è sempre distinto per l’attenzione dimostrata anche verso la salvaguardia del territorio. In quest’ottica si inquadra la conferenza organizzata dal sodalizio goriziano per il prossimo 28 aprile, in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina, che si svolgerà presso la “Casa Ascoli” di via Ascoli n°1 a Gorizia a partire dalle ore 18.00. Per l’occasione parlerà il geologo Roberto Ferrari titolare dello studio naturalistico di ricerche geologiche e di ingegneria naturalistica di Romans d’Isonzo, esperto nelle nuove tecniche a basso impatto ambientale per una gestione ecocompatibile del territorio. Roberto Ferrari per diversi anni ha maturato le proprie conoscenze sviluppando diverse esperienze e progetti in questo ambito in Paesi come il Guatemala, Nicaragua ed Ecuador. In una realtà territoriale sempre più sottoposta al degrado ambientale ed alla minaccia degli effetti del dissesto idrogeologico esistono delle possibilità di prevenzione e difesa a basso impatto ambientale che si avvalgono dell’utilizzo di materiale vegetale vivo quale elemento costruttivo di base. A tale proposito nel corso della conferenza saranno illustrati alcuni aspetti essenziali e caratteristici dell’Ingegneria Naturalistica (principi ispiratori, filosofia, materiali) in contrapposizione alle tecniche di intervento tradizionali, saranno presi in considerazione i limiti delle due metodologie di intervento, con appunti sull’approccio progettuale e sul problema delle manutenzioni, nonché le problematiche legate alla particolarità dei materiali utilizzati.

lunedì 11 aprile 2011

Visita guidata al Lago di Doberdò (GO)

La Società di Studi Carsici "A. F .Lindner" di Ronchi dei Legionari (GO) ha il piacere di invitarvi alla visita guidata attorno al Lago di Doberdò (Doberdobško Jezero). L'appuntamento, il terzo della serie di eventi organizzati in occasione del Venticinquennale dalla fondazione (1986-2011), è per domenica 17 aprile 2011 con ritrovo alle ore 9,00 presso la sede sociale in via F.lli Cervi, n. 9/G -Ronchi dei Legionari (GO) (area scolastica). La nostra guida sarà il geologo Maurizio Comar, direttore scientifico della Società Lindner, che ci accompagnerà parlandoci di storie, leggende, geologia e idrologia di questo tipico lago carsico. L'equipaggiamento consigliato è un abbigliamento sportivo con scarpe da trekking o stivali di gomma, poiché il percorso può presentare del fango. La partecipazione alla visita guidata è libera e gratuita e presuppone spostamenti con mezzi propri fino al parcheggio presso il paludario del Lago di Doberdò. E' gradita la prenotazione all'indirizzo lindner@hotmail.it oppure al n. di cell.: 331-1070547. Volantino all'indirizzo: http://www.studicarsici.it/visitalago.pdf

Il lago di Doberdò (assieme al lago di Pietrarossa e Sablici) fa parte di uno dei più importanti esempi di idrologia carsica presenti in Italia ed in Europa (in parallelo con i fenomeni del complesso di Postojna e del Cerkniško Jezero). Si apre entro un Polje di dimensioni notevoli, entro terreni calcarei di età cretacica, formato da fenomeni tettonici particolari che ne hanno modellato la morfologia attuale. La sua forma si può assimilare ad un "Graben" (forma tettonica formata da faglie che formano una depressione al centro), di cui la faglia più importante è la "faglia di Colle Nero", che prende il nome dall'omonima altura situata presso il lago (Colle Nero-Črna griža).

Il lago fa parte della "Riserva naturale regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa". Normalmente la quota del fondo va da 3,5 a 5 metri dal livello medio marino, andando da ovest ad est. Come per tutti i laghi carsici, alterna fasi di piena e fasi di magra quasi estrema.

Il lago è stato studiato dalla Società di Studi Carsici "A.F. Lindner" fin dagli anni della sua fondazione. Sono stati eseguite diverse ricerche e studi idrologici, geologici, mineralogici ed esplorazioni importanti. E'stato trovato, esplorato e rilevato topograficamente un inghiottitoio profondo circa 15 metri, con l'ingresso situato a circa 4 metri di profondità dal livello idrico del lago. Anche idrologicamente possiede la sua importanza, le sue sorgenti più cospicue sono poste a est del lago, mentre il sistema di inghiottitoi (quasi totalmente inaccessibili, purtroppo), si trova a ovest. L'acqua della falda idrica del lago viene alimentata in maniera preponderante dal sistema del fiume Isonzo. Tuttora è in corso uno studio idrologico dell'intero Carso Goriziano, coordinato dalla Federazione Spelologica Isontina, di cui il nostro sodalizio fa parte.

 


lunedì 4 aprile 2011

Nuovo sito Centro Regionale di Speleologia "Enzo dei Medici" - www.enzodeimedici.it

E' on line il nuovo sito del Centro Regionale di Speleologia "Enzo dei Medici" al solito indirizzowww.enzodeimedici.it
Il sito è stato completamente rinnovato anche nei contenuti, riportando nuovi progetti, iniziative e attività del 2011.

Leonardo

venerdì 1 aprile 2011

Cronache Ipogee marzo

E' on-line il numero di marzo delle Cronache Ipogee
Buona lettura
La Redazione